Il mosaico della comunità di Valgrisenche.

Adagiati sul fondovalle e riparati dai boschi, oppure arroccati su scoscesi pendii, i villaggi della Valgrisenche sono il frutto di un attento studio dei nostri antenati, che hanno saputo individuare la posizione più sicura per costruire.

Arrivando a Valgrisenche si incontra Revers, circondato dalle rocce montonate levigate dal ghiacciaio; salendo si giunge a Prariond, racchiuso tra ampi pascoli e poi Ceré, abbarbicato tra la strada e la dora. C’è poi La Béthaz, che svetta risalendo la valle. I villaggi di La Frassy, Planté, Chez Carral, Darbelley e Gerbelle si osservano dall’altra parte della dora, fino ad arrivare al Capoluogo, troneggiato dal campanile in pietra e dal fortino militare. Scendendo verso l’area sportiva c’è Mondanges, mentre continuando lungo la strada si giunge a Bonne, l’abitato più alto, a 1810 metri di quota. Oltre a queste frazioni, abitate tutto l’anno, ci sono altri piccoli borghi che si rianimano con la bella stagione, come Menthieu e Usellières.

Ognuno con la propria storia e le proprie particolarità, i villaggi di Valgrisenche racchiudono ancora quel patrimonio alpino e rurale che solo una passeggiata fra i vicoli può svelare, fra scorci suggestivi e dettagli singolari.


La scuola di Bonne.

Un edificio intonacato divide la “Veulla de Séi” dalla “Veulla de Léi” nella frazione abitata tutto l’anno più alta della valle: si tratta della scuola di Bonne. Aperta ufficialmente nel 1867, la scuola ha accolto gli scolari delle frazioni alte della Valgrisenche fino alla fine degli anni ’50. L’edificio ospitava la latteria al piano terra e la scuola al piano rialzato. Restaurata grazie ai fondi del progetto ITINERAS la scuola è ora uno scrigno della cultura materiale e immateriale della valle.

Entrando pare di tornare indietro nel tempo; sedersi ai vecchi banchi di scuola, ammirando le pareti in legno originali o guardando gli scorci suggestivi dalle finestre della costruzione risveglia i ricordi di un passato ormai svanito. Filmati storici e scene tradizionali sono trasmessi dagli schermi allestiti per le visite. La Scuola di Bonne è inoltre sede di presentazione di libri e feste del villaggio. Un luogo capace di mantenere il legame tra passato rurale e moderno presente.


Il forno di Planté.

Dal 2015, grazie ai fondi europei, il Forno di Planté è tornato ad essere operativo. Nascosto fra le case della frazione, ogni anno al mese di ottobre il forno si anima per festa de “Lo Pan Ner”. Come nel passato, quando la cottura del pane era un evento per il villaggio poiché avveniva una volta l’anno, così anche oggi la giornata è un momento di festa per tutti, e un’occasione per ritrovarsi. Certo in passato il rito della cottura del pane era disciplinato da rigide regole, che prevedevano i turni fra le varie famiglie per l’accensione e il mantenimento del fuoco e per l’utilizzo dei locali dove impastare. La buona riuscita del pane era importantissima per poterlo conservare e utilizzare per tutto l’inverno! Oggi i tempi sono un po’ cambiati, e anche se il pane cotto dai volontari della giornata risulta qualche volta un po’ bruciato la festa è comunque garantita.


Le costruzione del Medioevo a Plontaz

Una gita nel vallone di Plontaz è d’obbligo per chi soggiorna a Valgrisenche, tra i pascoli a perdita d’occhio e nella tranquillità della montagna, intervallata soltanto dagli allarmati fischi delle marmotte, che avvisano dell’arrivo di stranieri.

Un elemento caratteristico di questo vallone, che salta subito all’occhio, è sicuramente la bianca cappella di La Carra, che si staglia nel verde dei prati circostanti. Nei pressi della cappella sorge il villaggio di Prariond de Plontaz, oggi abbandonato, ma con alle spalle secoli di storia. 

Alcuni studi hanno infatti datato le travi delle costruzioni in legno presenti al Basso Medioevo, nella prima metà del ‘300. Seppure in stato di abbandono, questi edifici testimoniano del radicamento della cultura alpina sul territorio, giunta fino ai nostri giorni. Un viaggio alle radici della storia di Valgrisenche e del suo lontano passato.