La vicenda della costruzione della grande diga di Beauregard a Valgrisenche su iniziativa della Società Idroelettrica Piemonte (SIP), tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Sessanta, costituisce un capitolo a sé stante della storia dello sfruttamento delle risorse idroelettriche valdostane nel XX secolo.
I lavori per l’adeguamento della diga di Beauregard sono iniziati il 20 ottobre 2011 e hanno portato alla demolizione della porzione di diga superiore. Il motivo di tale intervento risiede nella presenza di quella che in termini tecnici si chiama “Deformazione Gravitativa Profonda di Versante” insistente sulla sponda sinistra del bacino. Sostanzialmente si tratta di un movimento che interessa il versante sinistro e che, in questo caso, interagisce con la struttura della diga, tendendo a comprimerne l’arco. Tale deformazione, per sua natura, non è soggetta ad accelerazioni improvvise, che in ogni caso verrebbero tempestivamente rilevate dalle misure effettuate quotidianamente. Questo movimento è stato rilevato sin dai primi invasi di collaudo (1957-1969), pertanto la diga è stata messa subito in sicurezza riducendo al minimo l’invaso che era, a progetto, di 70.000.000 m° di acqua, mentre fino all’inizio dei lavori era di poco più – di 2.000.000 m3. L’intervento di riduzione altimetrica di 52 metri della diga permette non solo l’adeguamento della struttura stessa, ma anche dei luoghi a valle mantenendo la funzione di laminazione delle piene già assicurata dal serbatoio nei più di 50 anni di esercizio.
I lavori si sono conclusi durante l’autunno 2015. Dopo aver terminato il lavoro per la preparazione degli accessi delle zone di cantiere e la realizzazione delle opere provvisionali, come la tura di monte, nel 2012 sono stati eseguiti i lavori preliminari alla demolizione che hanno riguardato: opere in calcestruzzo armato e carpenteria metallica da realizzarsi al piede di valle della diga, utili ai fini di mantenere salvi i percorsi di accesso ai cunicoli esistenti e assicurare l’ispezione del paramento di valle e l’eventuale manutenzione degli organi di scarico e di pompaggio delle filtrazioni; altre opere accessorie quali il rifacimento del ponte Scavarda e le opere connesse alla sicurezza del cantiere.